Il
territorio del Municipio Roma
18 dalla tipica forma a
cuneo è quanto mai esteso e
partendo da S. Pietro arriva
alla campagna oltre Castel di
Guido sino al fiume Arrone, in
prossimità del bivio di Fregene.
L'ambito
territoriale è molto eterogeneo
essendo costituito in parte
dalla "città costruita", che si
estende dai confini dello Stato
Vaticano a tutto il quartiere
Aurelio, in parte dalla "città
spontanea" delle borgate -oggi
perimetrate e interessate da
Piani particolareggiati di
recupero- e per la restante
parte, quasi 1/3 dell'intera
superficie del Municipio, da
"agro romano", con un'edilizia
sparsa a carattere rurale.
il verde pubblico all'interno
dei quartieri è estremamente
ridotto, la quota pro capite è
infatti la penultima tra i 19
Municipi.
Popolazione: 135.981
abitanti
Estensione: 6.866,99
ettari
Quartieri/Rioni/Zone:
Acquafredda - Aurelio (parte) -
Boccea - Casalotti (parte) -
Casal del Marmo - Castel di
Guido (parte) - Cavalleggeri -
Colle Monastero - Irnerio -
Montespaccato - Monti di Creta -
Pineta Sacchetti - Primavalle
(parte) - Quartaccio -
Torrevecchia (parte) - Trionfale
(parte).
All'interno del Municipio 18
si trovano presenze
archeologiche che risalgono
addirittura al Paleolitico
inferiore, medio e superiore.
La sua storia risente prima
dell'influenza dei vicini
etruschi, essendo un territorio
di confine tra il mondo etrusco
e quello latino - come
testimoniato dai resti di
abitati e di necropoli rinvenuti
nella zona di Castel di Guido
(l'antica Lorium) - e
successivamente dell'influenza
romana.
Tutto ciò perché la ricchezza di
risorse presenti nel territorio
a nord del Tevere, tra Roma ed
il mare, ha favorito
l'insediamento dell'uomo: ricco
di acqua e fertile, quindi
adatto alla coltivazione ed al
pascolo, offriva i materiali da
costruzione come il tufo e
l'argilla, e le materie prime
(la selce, ad esempio) utili
alla fabbricazione di utensili
essenziali alla difesa e alla
caccia. Risorse assai preziose
erano costituite dalle "saline",
sottratte con la forza agli
Etruschi, da Romolo o forse da
Numa. Il sale era
indispensabile, in quell'epoca,
per la conservazione della carne
e per la produzione casearia: i
romani stessi definivano "salarium"
lo stipendio, forse
originariamente corrisposto in
sale.
Con l'espansione di Roma la
viabilità si spostò in questa
direzione con la via Caere'Roma
che, ricalcando in parte
l'attuale via Boccea,
raggiungeva Ceri e proseguiva
sino a Cerveteri. E' probabile
che nello stesso periodo si sia
sviluppato un altro percorso
corrispondente all'attuale via
Aurelia per scopi militari e
commerciali. La zona quindi, per
le sue caratteristiche e per i
commerci che vi si erano
sviluppati, nonché per le
importanti vie di comunicazione,
si urbanizzò rapidamente, in
particolare lungo la via
Aurelia.
Con la caduta dell'Impero Romano
e la conseguente crisi che ne
seguì, tutta l'area rurale ebbe
un forte tracollo demografico ad
eccezione di pochi borghi come
Lorium, divenuta sede vescovile,
S. Rufina, centro religioso di
primaria importanza, e forse
Malagrotta e Boccea.
Risale a quest'epoca la
divisione delle terre tra
diversi poli di potere:
monasteri, papato, aristocrazia
laica, interessi bizantini.
In
ogni caso sono comunque presenti
segni della storia passata: la
toponomastica del nostro
Municipio ricorda i nomi e le
opere dei papi che si sono
susseguiti, la viabilità
percorre antichi tracciati, le
porte nelle mura indicano
tuttora punti di riferimento e
di misura del territorio, gli
spazi verdi rimandano a nomi di
famiglie nobili e di cardinali
(villa Veschi e villa Carpegna).
Nel territorio del
Municipio Roma 18 sono
conservati i resti dell'antico
asse viario della Via Cornelia
opera forse di un certo
Cornelio, esistente,
presumibilmente, sin dal secolo
IV a.c. La Via nasceva
dall'antica Porta Aurelia o
Cornelia in prossimità del ponte
Elio ora S. Angelo.
Questo tratto di mura, che
costeggiava l'argine sinistro
del Tevere, fu demolito da Papa
Alessandro VI Borgia
(1492/1503). La via Cornelia,
attraversato il ponte,
probabilmente si imbatteva, in
prossimità del Mausoleo di
Adriano, in una seconda Porta
quasi certamente la vera porta
Cornelia chiamata poi nel
medioevo "Porta Sancti Petri" o
"Porta Aurea". Percorreva poi il
territorio Vaticano (ager
Vaticanus), l'asse di Piazza S.
Pietro e della Basilica
inglobando la tomba
dell'apostolo Pietro, volgendo
poi a sinistra per unire il suo
corso a quello della via Aurelia
Nuova. Entrambe le strade
uscivano da Porta Cavalleggeri
per salire le alture sovrastanti
il Vaticano, a fianco del
seicentesco ramo Paolino
dell'acquedotto traianeo,
situato a sinistra presso
l'attuale cavalcavia
dell'Aurelia sull'Olimpica,
arrivando poi al bivio dove
sorge la chiesa della Madonna
del Riposo.
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